Hyaena Reading

 

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Francesco Arquati

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Hyaena Reading on Sub Terra - indie copyleft net label (Viterbo, Italy)

Hyaena Reading is part of artists' collective Le Filtre à Sons (Nantes, France)

works protected on Patamu -

opere tutelate su Patamu -
œuvres protégées sur Patamu

reviews - "In movimento" EP (autoprodotto/Sub Terra, 2010)

 

 


Sands-zine (2 feb 2011)

 

“In movimento” è un mini partorito in soli tre giorni dal progetto Hyaena Reading. Testi in italiano, voce recitante, atmosfere minimali ma nervose allo stesso tempo. Il movimento è quasi impercettibile. Sembra di sentire un mix fra i primi Starfuckers e gli Antelope. Interessanti e una buona speranza per il futuro. Attendiamoli con fiducia al varco della prossima uscita.

e. g. (no ©)

Heart Of Glass (9 feb 2011)

 

Parliamo Schietto. I posters delle vostre rockstars preferite marciscono di polvere nelle camerette tappezzate come un harem di adesivi e ritagli di giornale, ed appurato che grandi geni musicali oggi non ce ne sono, e che siete stufi del solito indie usa e getta, beh questo di sicuro è un bel modo di invertire una rotta che tende al marcio.

Hyaena Reading è un non-progetto destrutturato e non-armonizzato, nel quale il forte senso di claustrofobia digitale urla e si strappa le palle degli occhi. Si approda dunque, in una dimensione senza pre-concetti, nel quale viene riesumata la salma della sperimentazione underground e del pallino per il blues. Una densa carica disobbediente che non ama la retorica, la politica, le frasi fatte e quelle già lette e vissute. Un reading alienato, senza volontà di comunicare solo per avere l'attenzione dei presenti, parole strangolate nella loro agonia, dure, evaporate in un sottofondo musicale sonico.

In movimento è un lavoro arguto con il giusto egocentrismo di chi "sa di sapere" come veicolare certi messaggi. Niente spocchiose litanie, solo grande enfasi in un rock che sfodera il suo turbine, che s'agita e ribatte colpo su colpo, e nonostante ciò la minuziosa ricetta, sa fermarsi e meditare quando necessario. La pressurizzata tensione di Sinestesia resistente ricorda quel meraviglioso periodo sotterraneo di Nuova York, ove l'arte e la libertà d'essere esaltarono la metropoli nel pieno della sua golden age: un giro del mondo nelle sensazioni e nei profumi urbani, contro la globalizzazione e l'omologazione di massa. Ci ritrovo un pizzico di eclettismo e minimalismo alla Nick Cave o la risolutezza di Tom Waits. Riff drogati e sodomizzati evaporano tra effetti catturati dalla vita reale, molto lo-fi nelle intenzioni, molto convincente e pragmatico!

Dallo stile chitarristico tipicamente blues, la title track sembra presa dalla Tangeri speziata di Burroughs quanto alla cupa L.A. di Blade Runner, una new-born sedata dalla memoria e dall'astuzia di saper raccontare con il giusto senso macabro sensazioni comuni, ma che ognuno tenderebbe a lasciare secretate: finale gitano, tanto inaspettato quanto puntuale.

Acciaio narra una storia dal sapore omerico, come del resto tutto l'album, un cut-up annebbiato nella sua spirale di lucidità, che si sviluppa in un martellante power chord senza velleità metalliche.

Dalle buone maniere da wave italica (spesso bistrattata!), si sviluppa Atto d'amore, la confessione dello strillone sul "come quando..." brillano certe consuetudini; danza su onde analogiche Al mattino, un eco poetico di lucidità senza rime di auto-commiserazione.

Nel calore dell'alba sviscera un deciso criptico garage-rock senza fronzoli e decorazioni vintage, un brano bipolare, dicotomico, in lotta con se stesso e con la propria energia. Dunque, ottima chiusura per un disco davvero ispirato, profano, bello e fottutamente originale come non ne sentivo da un bel po'!!!

Shiver (7 nov 2011)

 

Subire il fascino di Emidio Clementi e dei suoi Massimo Volume non è certo un peccato, sopratutto per chi ama la musica di qualità, quella vera, senza compromessi. Rischia di esserlo, però, nel momento in cui quel modello diventa fonte d'ispirazione sin troppo evidente, al limite del citazionismo. Ma chiariamo subito: l'EP d'esordio degli Hyaena Reading, nonostante si macchi di questo peccato, resta un lavoro interessante.

Se è innegabile, infatti, che Francesco Petetta (voce e paroliere del gruppo) si ispiri sin troppo al caratteristico recitato-parlato di Clementi, con altrettanta convinzione bisogna dar merito alla qualità dei suoi testi, questi sì, personali e fortemente identificativi. Le trame musicali si muovono tra atmosfere velatamente blues, orientaleggianti o post-punk, formando una perfetta cornice sonora alle parole. Sei brani frutto di nostalgiche riflessioni sull'Europa globalizzata ("Sinestesia resistente" : est e ovest finalmente uniti... per un panino, riferimento al kebab e alla sua succulenta nube tossica), sulla freddezza dei centri urbani ("Acciaio"), sulle passioni e le loro maledizioni ("Atto d'amore", "Nel calore dell'alba", quest'ultimo un salmo in stile Giovanni Lindo Ferretti). Particolare merito alla title track "In movimento" (forse il brano più riuscito) e alla bella "Al mattino", perfetta colonna sonora di un risveglio amaro, scandita a metà da un verso secco ma di grande impatto: "al mattino proiettato sul baratro delle mie aspirazioni".

I sedici minuti di "In movimento" rappresentano un assaggio di quello che sono e di quello che ancora potrebbero essere gli Hyaena Reading, affacciati su quel mondo musicale che li accomuna a band come Massimo Volume, Offlaga Disco Pax, Bachi Da Pietra. Dicono di fare musica senza fronzoli e senza esercizi di stile. In realtà lo stile c'è. Non resta che attendere la prova su lunga distanza.

Losing Today (20 mag 2011)

 

Più che un disco, un "Reading", come appunto suggerisce il nome che hanno scelto per il loro progetto Francesco Petetta (testi) e Claudio Mancini (musiche), accompagnati nell'esecuzione da Camillo Ventola.

Un EP - forse per vedere "l'effetto che fa", sei brani che superano di poco il quarto d'ora di durata, per un lavoro che vede testi più declamati che cantati, all'insegna di una vaga sensazione di "flusso di coscienza", in cui sensazioni, pensieri, riflessioni si susseguono caratterizzati da un'idea di fondo, certo, ma senza un vero e proprio sviluppo logico, lasciati più che altro di fluire liberi.

Ad accompagnarli, un apparato sonoro all'insegna dell'essenzialità, in cui spesso piccoli gruppi di note si ripetono in modo ossessivo, sospesi tra un blues scarno, vaghi accenni di folk apocalittico, retrogusti sperimentali: chitarre in primo piano, ora all'insegna di toni soffusamente semiacustici, ora dall'elettricità più ruvida; elettronica di sfondo, senza invasioni di campo.

Il primo nome che viene in mente è, abbastanza banalmente, quello dei Massimo Volume, anche se in questo caso le liriche sono ancora più intimiste e i suoni meno aggressivi.

L'insieme appare efficace, resta ora la curiosità di vedere quale ne sia la tenuta sulla lunga distanza.

Il disco è edito dall'etichetta copyleft Sub Terra, e disponibile per il download gratuito.

 

Marcello Berlich

Rockit (29 mar 2011)

 

Ascoltando "In Movimento", mi si è aperto un dubbio abissale nel cervello. Mi sono chiesto fino a che punto un gruppo può spingersi nel processo di ispirazione ai suoi referenti. Nessuno, infatti, potrà mai mettere in dubbio che il lavoro degli Hyaena Reading ricorda (per usare un eufemismo) il sound e lo stile dei Massimo Volume. Il punto è: i Massimo Volume sono portatori di un genere unico (diciamo pure irripetibile) tale per cui chiunque solo si accosti a quell'approccio rischia di cadere nella reiterazione.

Gli Hyaena Reading, a mio avviso, si sono quasi salvati. Ce l'hanno fatta perché, se da una parte è vero che raccontano, recitano storie di vita urbana, amori, passioni e odori contemporanei con il santino di Clementi sull'amplificatore, dall'altra il loro approccio è quantomeno particolare. Si sentono, in lontananza riecheggi di blues grezzo per le strade del mondo ("Sinestesia Resistente"), atmosfere dell'est fra narghilè e India lontana ("In Movimento"), sogni infranti di punk alla CCCP ("Nel calore dell'alba"), accenni di diavolerie elettroniche tanto care agli Offlaga Disco Pax. Insomma, gli Hyaena Reading hanno scelto con cura i loro punti cardinali, filtrandoli attraverso la loro unica e interessante visione del mondo e riuscendo così in un'impresa non facile: quella di dar un seguito positivo ad un genere che sembrava avere solo pochi eletti. Basterebbe un pizzico di originalità in più per rendere perfetta la pietanza.

 

Nino Ciglio

Rockerilla (giu 2011)

 

C'è tutta la veemenza degli Hyaena Reading in questo ep d'esordio, che "scecchera" in 16 minuti 6 brani senza orpelli e futili esercizi di stile. Testi schietti si fondono ad arrangiamenti che spaziano tra blues degli esordi e sperimentazioni rock anni '80, con suoni di chitarra affilati come lame e avvolgenti tappeti percussivi.

Ma veniamo al cantato: passino alcune modulazioni alla Giovanni Lindo Ferretti, è soprattutto la formula del reading già cara ai Massimo Volume o al Manuel Agnelli del "Meraviglioso tubetto" a non convincere. Non mancano scorci luminescenti nella notte densa di visioni e suggestioni oniriche degli Hyaena Reading, ma per lasciare il segno bisogna brillare di luce propria.

[6/10]

 

Maurizio Maschio

Kathodik (3 apr 2011)

 

Questo Ep con cui esordiscono i romani Hyaena Reading è composto da cinque canzoni, nate dopo tre anni insieme. Il risultato ottenuto ci indica che questo arco di tempo è stato ben speso dal trio, che in sedici minuti esprime la sua angoscia metropolitana, con un sound scarno e degno dei migliori Massimo Volume e dei CCCP più scarnificati, passando per Le luci della centrale elettrica e gli Offlaga Disco Pax.
Tuttavia, quello che emerge non è assolutamente derivativo, ma ha il sapore della sperimentazione, grazie alla loro scelta di indirizzarsi verso un folk urbano, che trova il suo apice nell’ossessività di Acciaio, così perfettamente in sincronia da suscitare la sensazione di trovarsi dentro il meccanismo perfetto di una fabbrica perfettamente robotizzata.
Il cd non ha il marchio Siae, dunque è legalmente masterizzabile e si può scaricare liberamente.

[4/5]

 

Vittorio Lannutti

Nerds Attack (23 nov 2010)

 

Nessun brano tutelato dalla SIAE, dunque legalmente masterizzabile. Questa la scelta adottata dai debuttanti Hyaena Reading che presentano l’EP ‘In Movimento’ dopo circa tre anni di lavoro comune. La formazione romana, nata per mano di Francesco Petetta e Claudio Mancini membri dei Rein, si muove con estrema disinvoltura tra le trame cupe e disilluse di certo blues metropolitano. Un cantato-parlato che non può non ricondurre alle alte declamazioni in stile Clementi, a modellare ambizioni di poesia suburbana, fotografando impietosamente il mondo attorno. Sicuramente opera ambiziosa, che al termine dei sedici minuti, però, non riesce ad imprimere sul solco ottico il pathos autentico di cui avrebbe bisogno per non rimaner (ancora) colpevolmente “sospesa”. Il tempo avrà la soluzione.

[**1/2]


Emanuele Tamagnini

SentireAscoltare (2 feb 2011)

 

Quartetto romano di rock riflessivo/combattivo, gli Hyaena Reading. Questo In Movimento (autoproduzione, 6.7/10), ep d'esordio disponibile in free download sul sito di Sub Terra label, ricorda le modalità narrative di Massimo Volume e Offlaga Disco Pax però ricondotte sui sentieri d'un folk-blues tra il basale e l'industriale (Acciaio), strattonato punk-wave (Nel calore dell'alba) e in qualche modo balcanico (In movimento). Non un rifarsi supino ai modelli citati insomma, anzi uno smarcarsi programmatico che in qualche modo significa superamento e individuazione d'un percorso proprio. Interessanti e forse anche qualcosa di più.

Beautiful Freaks (#39 - autunno 2011)

 

Francesco scarabocchia e legge veloce, Claudio sputa un riff ossuto à la vecchia maniera di Elmore James, Matteo fa rimbalzare i suoi pensieri sui tamburi cercando di dare corpo a queste 6 canzoni molto simili a nubi di pensieri vaporosi. Nasce "In movimento" dei romani Hyaena Reading. Sedici minuti che gravano come nimbostrati, schiacciano l'ascoltatore con immagini vivide e taglienti. L'ascolto si addensa in esperienza perversa, invasiva dei problemi altrui, impotente a comprendere un linguaggio ermetico e impenetrabile. Un parolare schietto fatto di sensazioni chiare: odore di kebab, pessimo caffè francese, pesanti fritti londinesi o messinesi, succulenta nube tossica. Proiettati sul baratro delle proprie aspirazioni, tre ragazzi coltivano l'orticello dei Massimo Volume con lo stesso occhio paranoico della generazione del '70.

Il Blog Di Eldino (10 giu 2011)

 

Ancora rock in italiano, ancora Sub Terra netlabel. Avete presente band come Massimo Volume e Offlaga Disco Pax, che recitano dei testi su sonorità rock molto muscolose? Ecco, gli Hyaena Reading si rifanno proprio a quell’estetica musicale, ed il risultato, devo ammetterlo, non è affatto male.

Album tanto compatto quanto breve: dura infatti poco più di 16 minuti. Decisamente cattive “Sinestesia Resistente” e “Acciaio“, più morbide “Al Mattino” e “Nel Calore Dell’alba“. Nella musica degli Hyaena Reading c’è qualche velatura di elettronica industriale che è decisamente azzeccata.

[4/5]

Sul Palco (27 feb 2011)

 

Lo dico subito: questo album sembra un disco dei Massimo Volume. Ipnotico. Cadenzato. Sussurrato. Manco fossimo nello Shalimar Hotel di Emidio Clementi. Attraente per il sottoscritto. Ma il riferimento è così troppo marcato che si finisce quasi per presagire che l’andazzo sia il medesimo anche per gli altri brani. A dire il vero, sebbene l’impronta “clementiana” aleggi su un po’ tutta la tracklist, pare comunque che ogni pezzo preso singolarmente possa generare sfumature e prospettive degne di attenzione e così vorrei rubare le chitarre orientaleggianti di “In movimento”, gli echi vocali e ritmi cadenzati di “Acciaio”, la vorticosità elettrificata di “Atto d’amore” (il brano che preferisco), la leggerezza di “Al mattino” e i rimandi “ferrettiani” di “Nel calore dell’alba”. Valutandolo quindi nella sua interezza, questo affresco di viaggio quale è “In movimento” finisce un po’ per deludermi nell’attesa (vana) di quel colpo di originalità che deragli un percorso facilmente prevedibile. Una delusione però mitigata da una perizia interpretativa (tanto sonora quanto vocale) che risulta essere molto convincente. Consiglio personale: perché non partire dall’amore per Emidio Clementi per migrare verso un’evoluzione e personalizzazione del suo sound? Attendo fiducioso i futuri sviluppi.